Sulla strada. Osserviamo, ascoltiamo, ricerchiamo e scriviamo. Organizziamo le esperienze, diamo un senso al mondo che ci circonda e costruiamo la nostra identità attraverso la narrazione scritta, parlata, incisa su vinile o nastro magnetico. Qui ci sono i nostri libri ma anche le storie che raccogliamo per strada.
Sasso che si è fatto valanga, la grande crisi economica dei primi Duemila ci è piombata addosso portandoci via tutto quel che era certezza. Eravamo vivi, se non altro, e abbiamo continuato a muoverci.
Siamo partiti per l'America e abbiamo viaggiato in lungo e in largo per le periferie di New York, Philadelphia, Pittsburgh, Detroit, Chicago e decine di altre città. Un'avventura sulla strada fatta di Motel da quattro soldi, polverosi Diner, studi di registrazione chiusi da tempo immemore, biblioteche pubbliche, collezioni private e oscuri individui che ci hanno svelato i segreti del sordido panorama discografico del passato. Un incredibile mondo popolato da artisti, poeti, sognatori e criminali.
Così è nata la nostra sgangherata pattuglia di ricercatori conosciuti come Funk Investigators.
Così è nato il nostro piccolo gruppo di etichette discografiche.
Le versioni cartacee di questo libro sono da tempo sold-out e in attesa di ristampa, ma puoi richiedere la tua copia digitale gratuita inviandoci una mail. E' disponibile in Italiano e Inglese (Tesla Groove, Bexhill, 2021) e Castellano (Colectivo Bruxista, Barcellona, 2023). La prefazione all'edizione italiana è a cura di Antonio Bacciocchi.
Sullo sfondo di una New York sudicia e corrotta si dipanano le vicende dei fratelli DeVonne, banditi afroamericani in perpetua competizione con la mafia italoamericana, e di Jalon Perry, giovane attivista delle Pantere Nere, che riesce a scampare a un rastrellamento dell’ FBI condotto nel seno di un programma clandestino dal sinistro nome di CO.INTEL.PRO, creato dal Bureau per scongiurare l’espansione dei movimenti per i diritti civili.
Tutto comincia nell'Aprile del 1969, con la vicenda passata alla storia con il nome di 'Ventuno di New York'. La sede delle Pantere di Harlem viene annientata dagli agenti di J. Edgar Hoover ma tre attivisti riescono a darsi alla fuga. Uno di loro è proprio Jalon. Con l’aiuto dei DeVonne riuscirà a scomparire e di lui non si saprà più nulla fino all’inverno del 2021, quando i Funk Investigators vengono chiamati a far luce sulla vicenda.
Anche questa pubblicazione è sold-out e attende di essere ristampata. Se volete scoprire come va a finire la storia potete richiederne una copia digitale gratuita inviandoci una mail. È disponibile in Italiano e Inglese (Tesla Groove, Bexhill, 2022). La prefazione all'edizione italiana è a cura di Carlo Babando.
Le prime tracce di Lee sono emerse in una silenziosa e innevata notte a Pleasant Ridge, Michigan, durante una sessione di ascolto di acetati e nastri a casa di Brad Hales, un amico devoto alla preservazione del black sound Detroitiano. La linea melodica e la voce di quel demo erano pieni di magia, così decidemmo di provare a rintracciarne l'autore. Cominciammo con la Michigan University, poi i meandri degli archivi della Detroit Public Library e successivamente quelli della sede del Bronx della New York Public Library, per poi setacciare invano anche il Queens. Alla fine lo scovammo, anziano e quasi alla fine dei suoi giorni, in una casa di cura dalle parti della 47ª Strada, a Manhattan. Quest'avventura è raccontata nel nostro primo libro Funk Investigators.
Durante uno dei nostri viaggi attraverso la Rust Belt ci fermammo per qualche giorno a Detroit, per far visita a un leggendario commerciante di dischi rari. Trovammo ad attenderci uomo molto anziano, seduto su una poltrona malconcia di fronte a un tavolino ricolmo di bloc notes incartapecoriti e diverse tazze di caffè vuote. Prima di ripartire mi disse: "Take these with you son, they'll do you company along the way", e mi mise in mano sei volumetti auto prodotti in casa con le poesie che scriveva nei lunghi e nevosi inverni della città. Dal Vol.1:
I didn't say anything (Detroit, 1979)
I wonder how my life would
have changed
Times when I should
have said what was on my mind
Of the things I would have gained
if I would have made myself
understood
And didn't say anything
In stead of remaing still and
letting other things decide.
You can later see what you missed
when you're looking back.
You can't call back the moment,
When you didn't say anything
